Kaijin l’ombra di cenere, Linda Lercari (Idrovolante Edizioni 2018) a cura di Micol Borzatta

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Giappone, periodo Kamakura 1330.

Momokushi, durante una battaglia vede ferire gravemente il suo più bravo samurai, definito il demone perché sembrava invincibile, Haka.

Prima di morire Haka riferisce al suo signore una frase molto strana e misteriosa, una frase che colpisce Momokushi e lo convince a ripercorrere il passato di Haka per scoprire cosa volesse dire.

Inizia così un viaggio nel tempo e interiore che svelerà un segreto che Haka ha saputo tenere per oltre cinquant’anni.

Romanzo piccolino, sia come lunghezza che come formato, che si legge molto velocemente, ma sa trasportarci nel Giappone feudale fin dalle prime parole.

La narrazione della Lercari infatti è molto suggestiva, riesce a fare descrizioni molto precise ma leggere, come leggero è lo stile narrativo, che permette una lettura spedita.

La storia è affascinante. Veniamo subito catturati, rapiti e trasportati indietro nello spazio e nel tempo per vivere le vicende in prima persona.

Un romanzo che sa trasmettere la magia dell’epoca, ma anche il vero significato di amore e di amicizia. Un’amicizia davvero molto particolare che ha saputo nascere e cancellare un rapporto di sottomissione e dipendenza, come quello esistente tra un Signore feudale e un suo Samurai.

Un viaggio nella storia che diventa un viaggio nella vita di un uomo.

Micol Borzatta

Copia ricevuta dall’autrice

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