«Mai tirarsi indietro.» Un sussurro freddo nel suo orecchio. «Mai avere paura. E mai, mai dimenticare.»
Città di Godsgrave.
Una città completamente gotica, piena di guglie e gargolle, tetti spioventi, marmo e mattoni ocra, ma sempre illuminata dai suoi tre soli che splendono in cielo, illuminandola continuamente, perché non vi è mai la notte. Infatti la terra è sempre illuminata a rotazione dai tre soli, che hanno tramonti con tempistiche diverse, e solo una volta ogni due anni e mezzo succede che tramontano tutti insieme portando una Vera Notte.
Da quando rimase orfana, Mia Corvere, di soli dieci anni, viene presa sotto l’ala protettiva delle ombre, nella figura di Mercurio, un tipo misterioso che per sei anni l’addestra a essere la migliore assassina della città e a utilizzare il potere delle ombre, ma raggiunti i sedici anni, Mia, deve recarsi alla Chiesa Rossa per continuare i suoi studi e il suo addestramento, e deve salutare, forse per sempre, Mercurio.
Arrivata su Ultima Spes, Mia, fa la conoscenza di Tric e insieme si mettono alla ricerca della Chiesa Rossa, una ricerca piena di insidie e pericoli da superare, che altri non sono che prove da superare per dimostrarsi meritevoli.
La Chiesa Rossa si dimostra molto diversa da come se l’aspettava molto dura e con persone che vorrebbero ucciderla solo per il suo nome, ma anche Mia non è come tutti credono e come appare, ma molto più forte.
«Non ha importanza cosa tu sia» rispose Cassius «solo che tu sia. E se cerchi una risposta a un qualche grande enigma su te stessa, non cercarla da me finché non te la sarai guadagnata. Per un aspetto, e uno solo, dovresti essere lieta. Poiché in questo, se non in altro, siamo uguali.»
Primo romanzo della trilogia tuta dedicata a Mia Corvere.
Bellissima la prefazione dove la voce narrante mette in avviso il lettore dei toni crudi e poco romantici che verranno usati. Infatti lo stile narrativo è molto terra terra, con descrizioni esplicite e minuziose di assassinii, quindi perdite di sangue, ma anche di feci e urine, ma tutto avviene in modo che non crea fastidio nel lettore, ma in modo del tutto naturale.
Molto ben riuscita la narrazione alternata tra presente e passato, che permette di conoscere meglio Mia e percepirla come una persona reale mentre ho trovato inutile il dover mettere per forza la storia sentimentale. Nonostante aiuti a dare una caratterizzazione maggiore ai personaggi, io l’avrei evitata, proprio perché i protagonisti sono forti e complessi già di per loro e non necessitano di questi trucchetti per ottenere maggior potere e maggiore forza.
Il mondo creato è originale, e prende ispirazione da luoghi reali praticamente mai utilizzati, dove realmente giorno e notte durano sei mesi a testa. Molto ben caratterizzata la Chiesa Rossa, non tanto dal punto di vista architettonico, ma dal punto di vista deontologico. Infatti, essendo una scuola di assassini, le prove da superare sono a rischio di morte e ai docenti la cosa non turba per niente, un insegnamento molto forte per portare gli accoliti a combattere le loro remore e i loro scrupoli.
Interessante il personaggio di Mia Corvere, una ragazza forte e coraggiosa, di una bellezza nella norma, minuta, ma che non necessita di nessuno, si basta da sola per affrontare la vita. Un personaggio che nel corso del romanzo matura, cresce e cambia, facendo un lunghissimo percorso interiore, perché la Chiesa Rossa è anche questo, oltre a essere una scuola che ti insegna uno stile di vita, è una scuola che ti permette di imparare a conoscere te stessa, un percorso interiore che grazie alla bravura dell’autrice percorriamo pure noi lettori.
Un altro personaggio davvero fondamentale è Messer Cortese, un gatto fatto di ombre che mangia la paura. Una figura importante perché permette all’autore di far comportare Mia in modo più diretto e sfrontato di fronte ai pericoli, ma Messer Cortese non è solo questo. Diventa una sorta di coscienza per Mia, un consigliere, un po’ come il Grillo Parlante lo era per Pinocchio. Diventa un amico a cui Mia si lega completamente, quasi come i Daemon nella trilogia delle polveri di Pullman.
Un legame che supera i limiti del mondo materiale diventando qualcosa di puro.
Mi sembra invece poco sviluppato il personaggio di Mercurio, mentore di Mia, ha avuto un ruolo importante per ben sei anni della sua vita, ma viene affrontato in modo superficiale. Di lui sappiamo davvero poco, sia del suo passato che del suo rapporto con Mia, fa solo qualche rara apparizione e basta, quando invece sarebbe stato interessante conoscerlo meglio.
Simpaticissime le note a piè di pagina, che danno la sensazione che il narratore si stia rivolgendo direttamente a noi, anche se effettivamente spesso spezzino l’attenzione del lettore, o rovinano l’atmosfera creata. Molte sono davvero interessanti, danno nozioni in più sulla storia del mondo e aiutano a capire, ma la maggior parte delle volte sono posizionate nei posti sbagliati, in base al ritmo narrativo della storia.
Il ritmo narrativo segue perfettamente la storia, alternando parti più calme e descrittive a parti adrenaliniche e veloci che ci tengono con il fiato sospeso come se stessimo vivendo pure noi le stesse avventure.
Il linguaggio risulta essere molto semplice e capibile nonostante a volte ci siano termini completamente inventati legati al mondo creato.
Ben sviluppati anche i temi di fedeltà, amicizia e vendetta che sono presenti per tutta la storia, diventandone le fondamenta. Specialmente il sentimento della vendetta è molto ben strutturato e descritto nelle sue due forme principali: quel sentimento cieco, che ruba l’anima portandoti a odiare chiunque e ad avere una sete di sangue irrefrenabile e senza distinzioni, come nel caso di Jessamine; e quel sentimento forte ma ben canalizzato verso un preciso bersaglio, che viene così tenuto sotto controllo, rafforzando il carattere, e per questo soggiogato all’animo umano, come nel caso di Mia.
Il finale poi obbliga a prendere in mano subito i volumi successivi che, fortunatamente sono usciti insieme al primo.
Micol Borzatta