Recensione
Maline è ex reporter d’assalto, con un’espressione traumatica nel suo passato, che ora fa la reporter per il SeinoMarin, un settimanale di Rouen abbastanza piccolo.
Come tutti gli anni deve recensire l’Armada, una spettacolare manifestazione che si svolge ogni cinque anni in cui tutte le marine militari del mondo sfilano lungo la Senna con i loro migliori velieri, per l’Italia gareggerà l’Amerigo Vespucci.
Tutto procede come sempre quando un marinaio messicano si tuffa nella Senna creando spettacolo. Lo stesso marinaio verrà trovato qualche giorno dopo morto.
A indagare viene chiamato il commissario Paturel, che inizialmente crede si tratti di un regolamento di conti tra ubriachi o per una donna, ma piano piano, e con l’aggiunta di altri due cadaveri, si scoprirà che il mistero risale a molti anni prima, secoli, ed è legato al famosissimo tesoro dei pirati della Senna.
Romanzo thriller del re del genere francese, Michel Bussi, che dopo quello che è stato un flop, per me, Il quaderno rosso, è tornato ai grandi tempi di Ninee nere, creando una storia mozzafiato che ti tiene legato dalla prima all’ultima pagina.
I capitoli sono di media lunghezza, e ogni tanto vengono inframmezzati da alcuni relativi ai colpevoli, senza però dare mai modo al lettore di capire chi possano essere, fino alla fine, quando la rivelazione sarà un colpo allo stomaco che lascerà increduli.
La storia è narrata con una linea temporale lineare, a parte il primo capitolo che è uno spezzono del passato, poi è tutto ambientato 25 anni dopo, e le notizie più importanti relative a eventi passati vengono inseriti con filmati di DVD, senza fare flash back.
Le descrizioni sono come sempre dettagliate e minuzioso, con i riferimenti ai fatti storici precisi, non per niente Bussi è docente dell’Università di Rouen.
Una lettura stupefacente con un ritmo ansiogeno che sa conquistare tutti.
Micol Borzatta