Parigi 1931.
Hugo Cabret è un bambino di dodici anni che vive all’interno della stazione centrale di Parigi e si occupa di tenere sempre funzionanti gli orologi.
Filgio di un orologiaio, fin da piccolo seguiva il padre e imparava piano piano il lavoro, tant’è che a sei anni sapeva già aggiustare i meccanismi più semplici.
Il padre lavorava sia come orologiaio che al museo, e proprio al museo un giorno trovò un automa.
Lasciatosi convincere da Hugo a ripararlo, una sera rimase dentro al museo dopo la chiusura, e quando scoppiò un incendio, purtroppo ne rimase vittima.
Hugo trovò tra le macerie l’automa che stava sistemando il padre, e decise di portarlo con sé dallo zio.
Lo zio era un ubriacone e una sera non tornò a casa. Hugo, per paura di finire in orfanotrofio, decise di non dire nulla a nessuno e di occuparsi lui del lavoro dello zio: tenere attivi gli orologi della stazione.
Nel frattempo piano piano sistemò il suo automa e quando scoprì che la figlia del giocattolaio aveva la chiavetta per attivarlo un grande mistero gli si aprì davanti agli occhi.
Romanzo davvero molto particolare dove la storia viene raccontata prevalentemente tramite immagini e disegni, alle quali ogni tanto vengono aggiunte alcune pagine di narrazione scritta.
La qualità delle tavole disegnate è davvero immensa, tutte in bianco e nero sono eseguite molto minuziosamente e trasmettono perfettamente la storia che vogliono raccontare.
La storia in sé è stupenda, vengono marcati i valori familiari, l’importanza della storia e della conoscenza e la bontà di cuore.
Libro adatto a qualsiasi età, ogni pagina è un’opera d’arte.
Micol Borzatta