Di luce di sangue di ombre, M. A. Mandalà (Giovane Holden Edizioni 2015) a cura di Micol Borzatta

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Ginevra è una ragazza molto particolare, infatti una stranissima malattia la obbliga a continue trasfusioni e le procura una carnagione pallidissima.

Ginevra sta malissimo, e quando scopre di essere stata adottata, se da una parte è sollevata perché capisce alcune cose, dall’altra sta ancora peggio.

Le cose peggiorano quando incomincia a sentire delle voci sussurrarle.

Romanzo molto corto ma molto ben scritto e del tutto fuori dagli schemi.

Fin dal principio si capisce subito che non il solito personaggio stereotipato, ma diversa pur essendo l’eroina, infatti è molto realistica, fatta di luce e ombra, di bene e male.

L’interazione fra lettore e protagonista non si crea solo dalla semplice narrazione in prima persona, ma anche del fatto che le domande che si crea il lettore se le pone anche Ginevra.

Cosa fondamentale è la crescita del personaggio, che viene effettuata durante tutta la storia.

Un romanzo strepitoso che nonostante la brevità sa catturare appieno.

Micol Borzatta

Contaminati, Erica Gatti e Sofia Guevara (Centauria 2016) a cura di Micol Borzatta

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Adela, Quuen, Evan e Viper sono solo quattro dei vari bambini che Aleksandr Rostov aveva rapito.

Sono gli unici quattro che la polizia è riuscita a salvare dalla grande casa dispersa nella campagne russe dove erano stati rinchiusi.

Nessuno dei quattro ricorda cosa gli sia successo in quei mesi di reclusione, ma ognuno ha riportato un grosso trauma mentale e una nuova capacità inquietante, un esperimento riuscito, come diceva Rostov.

Sono passati dodici anni da quella terribile esperienza, e il loro carceriere è scappato di prigione.

La polizia li chiama a raccolta e li porta in una casa sicura ben sorvegliata.

I quattro ragazzi però decidono di scappare e trovare il loro Mastjer, Padrone, come li obbligava a chiamarlo Rostov.

Romanzo davvero intrigante, disturbante e inquietante.

La narrazione in prima persona porta il lettore a vivere in maniera più intensa le vicende raccontate, come se le vivesse lui.

Le descrizioni sono molto intense e tutta la storia è ben omogenea, nonostante sia scritta a quattro mani.

Ottima anche la personificazione delle paure umane rese tangibili.

Un romanzo molto duro e potente non adatto a tutti, ma solo ai più forti.

Micol Borzatta

Credimi, Calia Read (Fabbri 2017) a cura di Micol Borzatta

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ATTENZIONI POSSIBILI SPOILER

Naomi Carradine è una ragazza di vent’anni che dopo un crollo si risveglia all’ospedale psichiatrico Fairfax.

Sono trenta giorni che si sveglia lì e non sa perché.

Tutto quello che sa è che deve uscire per aiutar la sua amica Lena, che ha tentato il suicidio tagliandosi le vene  per sfuggire alle continue violenze del padre, deve vedere Max, amore della sua vita uscito di prigione dopo aver pestato il padre di Lena, e rivedere Lachlan, altro amore della sua vita e vicino di casa con cui è cresciuta fin da bambina.

Sa parecchie cose quindi, ma non la principale: perché si trova lì?

Romanzo molto profondo che tratta due temi davvero importanti e molto forti: la violenza sessuale domestica e la patologia della personalità multipla.

I due argomenti vengono affrontati in maniera approfondita, anche se il secondo molto indirettamente e lo si scoprirà del tutto solo alla fine del romanzo.

La narrazione è molto intensa, infatti già dalle primissime pagine ci sembra di essere noi a non riuscire a ragionare correttamente, perché ci immedesimiamo talmente in profondità da sentire in testa tanta confusione.

Confusione che persiste per tutta la lettura, perché nonostante ogni tanto venga il sospetto dello sdoppiamento di un personaggio, non si ha mai la conferma, trovandoci a domandarci se non stiamo dando i numeri pure noi.

Molto profonda la parte relativa ai problemi fisici e mentali che colpiscono le vittime di violenze, descritte in modo da essere ancora più tangibili e penetrarci nell’animo come una freccia rovente.

Un thriller psicologico che sa essere anche formativo e che trasmette davvero tanto.

Micol Borzatta

I cacciatori, Ingar Johnsrud (Einaudi 2017) a cura di Micol Borzatta

Recensione pubblicata sul blog Milano Nera con cui collaboro

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Oslo. Kafa Iqbal viene chiamata dopo il ritrovamento di un cadavere a casa di una vedova novantenne. Il corpo, di un uomo, viene identificato come quello di Mikael Morenius. Qualche giorno dopo, anche Fredrik Beier, qualche giorno dopo, viene chiamato a indagare sul ritrovamento di un corpo, e anche quello risulta essere Mikael Morenius. Beier e Iqbal sono allibiti: come fa la stessa persona essere uccisa due volte a distanza di giorni?

Sorgente: I cacciatori – MilanoNera

Ragdoll, Daniel Cole (Longanesi 2017) a cura di Micol Borzatta

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Londra 2010

Nagnib Khalid, conosciuto come Cremation Killer per il suo modus operandi, ovvero bruciare le ragazze che rapisce, è in attesa di giudizio al processo. L’avvocato difensore riesce a far passare Wolf, il detective che lo ha arrestato, come il cattivo della situazione, accusandolo di aver manipolato le prove, di averne costruite altre, solo per infierire sul suo cliente.

Khalid riesce così a venire assolto. Wolf, preso dalla rabbia, lo attacca nell’aula del tribunale pestandolo quasi a morte.

La carriera di Wolf è distrutta, viene mandato in un ospedale psichiatrico e la moglie chiede il divorzio.

Khalid invece viene arrestato pochi giorni dopo mentre sta ammirando l’ennesima ragazzina che sta bruciando viva.

Londra 2014.

Wolf, uscito dall’ospedale, viene riammesso in servizio, ma non è più l’uomo di una volta.

Una mattina viene svegliato molto prima dell’alba dal suo capo per convocarlo sulla scena di un omicidio: un cadavere appeso davanti a una finestra, composto da sei parti di cadaveri diversi, che indica la finestra di fronte… l’appartamento di Wolf.

Iniziano subito le indagini per scoprire il colpevole, nel frattempo all’ex moglie di Wolf, una giornalista, viene consegnata una lista con le vittime successive e le date di morte, e l’ultima della lista è proprio Wolf.

Romanzo molto cruento e forte, con descrizioni molto particolareggiate che fanno entrare il lettore nel vivo della storia.

Molto forte il legame tra bene e male, dove viene visto sotto tutti i punti di vista quel limite sottile che esiste tra giustizia e vendetta.

Pieno di mistero e di suspance, fino alla fine della lettura non si capisce chi sia il colpevole, a ogni pagina può essere qualsiasi personaggio, per poi non esserlo più nella pagina successiva.

Intrigante, coinvolgente e molto ben strutturato è un ottimo romanzo d’esordio per l’autore.

Micol Borzatta

La legge del drago, Lorenzo Visconti (Amazon Publishing 2017) a cura di Micol Borzatta

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Lorenzo Visconti è soprannominato il Drago.

Poliziotto della questura di Milano perde il lavoro e la credibilità quando viene incastrato e arrestato per un omicidio che non ha mai commesso.

Dopo aver passato un periodo a San Vittore, viene rilasciato in attesa del processo. Tempo che lui decide di passare alla ricerca del vero colpevole.

Nel frattempo, per potersi mantenere, decide di mettere i suoi servigi sul mercato, a disposizione del miglior offerente senza guardare se l’offerta fosse legale o meno.

Un giorno riceve l’incarico di indagare sull’apparente suicidio di una ragazzina, il cui cadavere viene trovato in un parco.

Durante le indagini, però, Visconti scopre che si sta addentrando in faccende troppo losche e pericolose e chiede l’aiuto della sua vecchia collega Lara Serrano.

A coprirgli le spalle scoprirà esserci anche Jamel Blanchard, un nerd francese di colore esperto e appassionato di nuove tecnologie.

Primo romanzo di una nuova collana noir, La legge del Drago trasporta il lettore in una Milano corrotta, spietata, sconosciuta, che perde il suo fascino magico classico e si arricchisce di una nuova atmosfera.

Scritto sotto pseudonimo dal già famoso Paolo Roversi, ritroviamo tutta la sua bravura a creare scene adrenaliniche, atmosfere ansiose, e personaggi talmente reali che alla fine del romanzo lasciano un buco vuoto nel cuore del lettore.

La trama è molto ben congeniata e rivela appieno la bravura dell’autore di intrecciare fatti, vite ed esistenze raccontandoli però molto linearmente, senza creare confusione durante la lettura.

Avvincente, trepidante e coinvolgente, ci troviamo davanti un’opera meravigliosa.

Micol Borzatta

Aurora nel buio, Barbara Baraldi (Giunti 2017) a cura di Micol Borzatta

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ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

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Padre Egidio Galuzzi è un inquisitore. Il suo compito è di punire i Reietti, ovvero coloro reputati contro la chiesa, tra cui anche i malati di peste.

Malato anch’esso di peste, malattia che tiene nascosto il più possibile, padre Egidio inizia a essere perseguitato dai fantasmi di Mattia da Parma e dei suoi due figli, le ultime sue vittime di un lungo elenco.

Convinto che il loro continuo ritorno sia a causa di una sepoltura troppo leggera, una notte decide di scavare le loro tombe trafiggere i loro cadaveri con dei lunghi chiodi arrugginiti in modo da inchiodarli nel mondo dei morti e impedirne il ritorno.

Colto sul fatto dalle guardie, viene incarcerato e torturato fino a quando non confessa tutto. Confessione che gli procura la pena di morte.

Padre Egidio viene portato al municipio e impiccato. Stessa morte che lui aveva distribuito.

Giorni nostri

Aurora Scalviati è un vice ispettore della polizia di Torino. Dopo una missione finita male in un vecchio mattatoio, che ha portato alla morte del suo partner e a un suo ferimento quasi mortale, viene prima giudicata dagli Affari Interni, essendo stata la sua pistola l’arma incriminata, e poi operata più volte al cervello, dove tutt’ora dimora una scheggia di proiettile, e poi rinchiusa in un ospedale psichiatrico per qualche tempo, in attesa che il la sua condizione bipolare guarisse.

Ritornata in servizio, Aurora viene inviata a Sparvara, in Emilia, una piccola cittadina dove normalmente non accade mai nulla.

La sera del suo arrivo si imbatte subito in un posto di blocco a causa di un efferato omicidio: la moglie di un ex poliziotto è stata ritrovata a casa uccisa da colpi di ascia e con dei chiodi conficcati in un braccio e negli occhi, mentre il marito e la figlia sono spariti.

Aurora inizia subito a indagare, anche se il PM Torrese e l’ispettore Piolani cercheranno in tutti i modi di tenerla fuori, fino a ritrovare l’ex poliziotto morto e con dei chiodi piantati nel corpo e la bambina, viva ma in condizioni critiche a causa di un’ipotermia e di uno stato di incoscienza.

La bambina viene ricoverata immediatamente, a livello fisico sta bene, però non si risveglia dallo stato di incoscienza in cui è precipitata al momento del ritrovamento.
Aurora non si dà pace, convinta che il colpevole sia un serial killer e non un malvivente qualunque, e la scoperta di altri due cadaveri le dà ragione. Nonostante ciò i suoi superiori persistono a volerla tenere fuori dalle indagini.

Aurora continuerà ugualmente a indagare fino a quando scoprirà vari segreti dei suoi colleghi e che il crimine è collegato a un crimine di vent’anni prima.

Romanzo avvincente che sa come conquistarti fin dalle primissime pagine, creando da subito un’atmosfera oscura e misteriosa.

Le descrizioni sono minuziose e molto particolareggiate, specialmente per quanto riguarda la parte mentale dei personaggi, creando così un forte legame empatico loro e lettore, che inizia a sentire i loro pensieri quasi come se fossero propri.

Bellissima la sensazione, che riesce a trasmetterci l’autrice durante la lettura, di essere riusciti a scoprire il colpevole, per poi venir smentiti immediatamente nelle righe successive. Cosa questa che si ripete più volte, e invece di diventare noiosa coinvolge ancora di più il lettore.

Unica cosa che mi ha lasciata un po’ perplessa, ma che non ha per niente rovinato il romanzo, è stata la parte in cui Aurora parla con Curzi, discussione che è praticamente identica a quella che avviene nel Silenzio degli innocenti tra Hannibal e Clarice.

Romanzo spettacolare che rivela e conferma per l’ennesima volta la bravura dell’autrice.

Micol Borzatta

L’ombra del vento, Carlos Ruiz Zafon (Mondadori 2014) a cura di Micol Borzatta

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Barcellona.

Daniel è il figlio di un libraio e ha dieci anni quando una notte, dopo una crisi perché non si ricorda più il volto e la voce della madre morta, viene portato dal padre al Cimitero dei libri dimenticati, una grande biblioteca segreta dove vengono tenuti tutti i libri che rischiano la distruzione.

Come rito d’iniziazione Daniel deve scegliere un libro, adottarlo, e prendersi cura di lui per tutta la vita. La sua scelta cade sul volume L’ombra del vento di Julian Carax.

La lettura del romanzo lo coinvolge talmente tanto che finisce il libro in una nottata e vuoel leggere altri scritti dell’autore, ma nessuno sembra conoscerlo.

Questa sua voglia di conoscenza lo porterà a concentrarsi sulla ricerca della storia di Carax, portandolo perfino a ricevere minacce di morte da parte di un oscuro individuo con il volto bruciato e dal capo della polizia Fumero.

Nonostante le minacce e le difficoltà Daniel continua imperterrito a ricostruire la vita del suo autore preferito investendo parecchi anni della sua vita.

Un romanzo dai toni forti, con uno stile narrativo molto scorrevole e avvincente grazie alla sua trama intricata.

Un miscuglio tra un mistery, una storia d’amore e una saga familiare, L’ombra del vento riesce a conquistare qualsiasi tipologia di lettore, dando vita a un legame a doppio filo.

Nonostante le sue 800 e più pagine, non ci si accorge per nulla della mole, perché ci si perde riga dopo riga, vivendo la storia sulla propria pelle, innamorandoci di Daniel e di Carax, arrivando perfino a voler tenere in mano pure noi quei libri narrati con così tanto amore e ardore.

Un romanzo pieno di vita e di sentimenti che scalda il cuore e l’animo e che non si vorrebbe mai finire di leggere.

Micol Borzatta

Le vergini suicide, Jeffrey Eugenides (Mondadori 2016) a cura di Micol Borzatta

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La famiglia Lisbon è quella che si può definire una famiglia felice, ma la cosa è solo apparentemente.

Nel giro di un anno, infatti, tutte e cinque le figlie si suicidano. Le cause non si conoscono, però l’atteggiamento troppo rigido della madre, più rigido ancora che se fossero Amish, l’impossibilità di poter vivere normalmente e l’atteggiamento remissivo del padre potrebbero sicuramente aver contribuito.

La prima a suicidarsi è Cecilia, la figlia più piccola di soli 13 anni. Il primo tentativo lo fa tagliandosi le vene, ma viene soccorsa in tempo e in ospedale riescono a salvarle la vita, così qualche giorno dopo si butta fuori dalla finestra finendo trafitta dalla cancellata intorno a casa.

Dopo dieci mesi dalla morte della sorella, anche le altre si suicidano. Bonnie, di 15 anni, si impicca, Therese, di 17 anni, prende dei sonniferi, Lux, di 14 anni, si chiude dentro alla macchina con il motore acceso e il garage chiuso, mentre Mary, di 16 anni, infila la testa nel forno. Tutto avviene nello stesso istante una notte.

L’unica a salvarsi è Mary, che non riesce a morire, viene ricoverata per due settimane e poi dimessa, ma la sua condizione dura poco, perché due settimane dopo si suicida con i sonniferi anche lei.

A raccontare la storia, vent’anni dopo l’accaduto, è un compagno di scuola che descrive giorno per giorno quel terribile anno sia dal suo punto di vista, che delle persone che hanno avuto modo di interagire con le cinque ragazze, a partire dai docenti, passando dai compagni di scuola che erano ossessionati da loro, fino ad arrivare agli abitanti della via.

Un romanzo interessante e molto forte che tratta l’argomento del suicidio, della depressione e del disagio interiore molto profondamente.

Le descrizioni sono davvero molto minuziose, in particolar modo quelle relative agli stati d’animo, sia quelli del narratore che degli altri personaggi, anche se sono raccontati indirettamente da un punto di vista esterno.

Si cerca in tutti i modi di sondare la vita di tutte e cinque le ragazze per capire quale sia stata la molla che le ha fatte scattare e reagire in quel modo, e se delle ultime quattro si può immaginare cosa le abbia spinte, anche se le conclusioni finali degli psicologi sono totalmente fuori strada, non si capisce quale sia la ragione di Cecilia, la prima a compiere quel passo.

Un romanzo che può insegnare molto ai giovani, ma anche agli adulti.

Un romanzo formativo che dovrebbe girare per tutte le scuole e far davvero ragionare le persone.

Micol Borzatta

Il re dei ladri, Cornelia Funke (Mondadori 2006) a cura di Micol Borzatta

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Prosper e Bo sono due fratelli rimasti orfani. Appena vengono a conoscenza che la zia vuole adottare solo Bo, il più piccolo, scappano e si recano a Venezia, la città di cui raccontava loro la madre, descrivendola come una città magica e paradisiaca.

Qui incontrano Vespa, una bambina che vive per strada e che li porta al suo rifugio dove il resto della banda, composta da Riccio, Mosca e Scipio, il Re dei ladri, li accolgono come parte integrante del gruppo.

Prosper e Bo pensano di essere al sicuro, quando un giorno si imbattono in Victor, un detective assunto dalla zia per ritrovarli.

Per i due fratelli, e il resto della banda, iniziano avventure e peripezie per sfuggire dalla zia dei fratelli e nel contempo portare a termine un incarico che era stato affidato a Scipio.

Romanzo di veloce lettura in cui ritroviamo tutta la magia a cui la Funke ci ha abituato, e anche molti valori profondi come l’amicizia, l’amore, la fiducia e il rispetto.

Con descrizioni molto forti possiamo relazionarci con i personaggi come se fossero reali, percependoli al nostro fianco durante tutta la lettura.

Magico, coinvolgente ed entusiasmante, una storia che fa sognare, commuovere e innamorare.

Micol Borzatta