Recensione pubblicata sul blog Leggere a Colori con cui collaboro
Quando la profiler Anna Wayne e il detective Lucas arrivano sulla scena del crimine, quello che vedono è shockante. Una distesa di corpi tutti vestiti di bianco vittime di un rogo immenso che li ha sterminati dentro al tempio che gestiva il reverendo Tobias Manne.
Tutto dà da pensare che sia la classica setta suicida che, manipolata dal reverendo, ha deciso di darsi fuoco per passare a una vita migliore, ma qualcosa con convince la Wayne. Quello che a prima vista sembra un suicidio di massa sembra assomigliare sempre di più a uno sterminio causato da mano esterna, una strage atroce provocata da una mano che sapeva perfettamente cosa stava facendo e che ci provava anche gusto.
A dare man forte alle intuizioni della profiler saranno lo scoppio di altri roghi che coinvolgeranno tutta la città, obbligando Wayne e Lucas ad accelerare le loro indagini per trovare il Killer, e per farlo dovranno ricostruire una per una tutte le storie e le vite delle vittime. Questo però li porterà a dover riaffrontare alcune vicende del loro passato che metterà in crisi la fiducia che provano l’uno per l’altra.
Sorgente: Recensione di Il respiro del fuoco di Federico Inverni –