TRAMA
In Neverworld, Marisha Pessl dà vita a un mondo vivido e inquietante facendo di questo romanzo dalle atmosfere suggestive una lettura che, in un susseguirsi di colpi di scena, lascerà il lettore senza respiro.
Rischiavo di rimanere bloccata qui per sempre. Qui, nel Neverworld, dove non sarei mai invecchiata. Non avrei mai avuto una famiglia. Non mi sarei mai innamorata. Ero un orologio funzionante in un mondo senza tempo.
Quando Beatrice frequentava il liceo, Jim, Martha, Whitley, Kipling e Cannon erano la sua famiglia, i primi veri amici che avesse mai avuto. Loro sei erano come un club, una società segreta invidiata da tutti gli altri studenti. E per tutti l'improvvisa e misteriosa morte di Jim, il più carismatico del gruppo e fidanzato di Bea, era stata un terremoto, di quelli che inghiottono la città e spazzano via ogni cosa. Un anno dopo, in occasione del compleanno di Whitley, Beatrice torna nella villa dove il gruppo era solito trascorrere lunghissime nottate a raccontarsi segreti, amori, piani per conquistare il mondo, sperando di trovare risposta alla domanda che ancora la tormenta: cosa è successo davvero al suo ragazzo? Perché, di questo è certa, i suoi (ormai ex) amici sanno molto più di quanto non diano a vedere. La notte corre via veloce, tra balli scatenati in un locale del centro, un po' troppi Moscow Mule, battute imbarazzanti e silenzi imperscrutabili, fino all'epilogo, un incidente d'auto dal quale il gruppo esce apparentemente illeso. Ma una volta rientrati alla villa, accade...
RECENSIONE
Le strane circostanze della morte di Jim Livingston Mason mi erano sempre parse irreali, anche se le avevo vissute direttamente.
Ripensandoci ora, in quella biblioteca insieme ai miei quattro ex migliori amici, tornare su ogni dettaglio fu come cercare di ricordare le regole di un gioco immaginario che facevo da bambina.
Fin dai tempi del liceo Beatrice, Jim, Martha, Withley, Kipling e Cannon erano come una famiglia.
Sei ragazzi molto diversi tra di loro, sia per ceto sociale che per carattere e attitudini, ma che qualcosa aveva unito.
Fino al giorno di una terribile tragedia: la morte di Jim.
A quel tempo Jim era il fidanzato di Beatrice, e mentre gli altri ragazzi avevano superato la cosa rimanendo uniti, lei si era distanziata da tutti.
Un anno dopo Beatrice viene invitata al compleanno di Whitley.
Inizialmente non vuole andare, ma poi decide di presentarsi, magari sarebbe riuscita a far luce sulla morte di Jim, che la polizia ha chiuso come un suicidio, ma che lei sa essere altro.
Arrivata alla villa viene subito portata a bere con gli altri per tutta la serata, e mentre rientrano hanno un incidente in auto.
Riescono ugualmente a tornare alla villa, ma qui riceveranno una visita molto strana.
Un uomo che si presenta come il Custode spiega a loro che in realtà sono in una sorta di limbo e continueranno a vivere quella stessa identica notte fino a quando non riusciranno, alla fine della nottata, a votare all’unanimità il nome dell’unico tra di loro che potrà continuare a vivere, e tre tutti gli altri moriranno definitivamente.
Secondo romanzo che leggo dell’autrice, dopo Notte americana e devo dire che ha saputo confermare tutte le mie aspettative.
Con un ritmo narrativo molto veloce e descrizioni piene di dettagli, ci ritroviamo catapultati in una storia incredibile, piena di approfondimenti, che per tutta la durata della lettura sembra plausibile in tutto e per tutto.
Gli approfondimenti mentali dei personaggi sono molto interessanti e coinvolgenti, portandoci a capire perfettamente le loro azioni, e spesso ci troviamo a domandarci, prima di giudicare loro, come avremmo agito noi nella loro stessa situazione.
La storia viene alternata da flash back che ci spiegano gli eventi del passato, districando la matassa del mistero e riempiendovi di colpi di scena che ci scuoteranno fin nel profondo.
Un lungo gioco mentale in cui i giocatori non sono solo i protagonisti della storia ma il lettore stesso.
Micol Borzatta