
Evie Boyd è una ragazzina di quattordici anni che si sente sempre fuori posto. A casa non si sente capita, specialmente da quando il i genitori hanno divorziato e il padre è andato a vivere con la sua segretaria. A scuola è abbastanza invisibile, ha una sola amica, Connie, ma anche con lei la vita è molto piatta. Un giorno vede tre ragazze camminare nel parco. Sono vestite con abiti rotti, larghi e sporchi, hanno i capelli scompigliati e sporchi, ma hanno una postura fiera, sicura, specialmente quella che cammina nel centro.
Pochi giorni dopo rincontra la stessa ragazza al supermercato mentre viene cacciata dal gestore e fa così la sua conoscenza. Si tratta di Suzanne. Una ragazza particolare che ha rotto con il mondo e per questo deve ringraziare Russell, un guru di una setta che propaganda la libertà da qualsiasi legame esistente.
Evie si lascia convincere a visitare il Ranch, dove vive il gruppo di Russell, una struttura fatiscente trascurata, sporco e degradazione ovunque, le donne sono tutte vestite di stracci e sporche, ma nessuno sembra badarci, anzi si comportano come se fossero i padroni del mondo. Russell è una persona molto intrigante, con una parlata tranquilla che lo porta a riuscire a convincere sempre chiunque, grazie anche alla sua capacità di capire a fondo le persone a prima vista. Una figura carismatica a cui nessuno resiste.
Evie non si trasferisce totalmente nel gruppo, per lo meno all’inizio, infatti si ferma due o tre volte la settimana, poi torna a casa dicendo che era stata da Connie. Un giorno però la madre scopre le sue bugie e la manda dal padre. Evie non resiste lontana dal Ranch, più per la mancanza di Suzanne che quella di Russell, così scappa di casa e si trasferisce definitivamente al Ranch, dove però le cose sono cambiate radicalmente e il clima non è più così tranquillo, pacifico e speciale come se lo ricordava. Evie decide di rimanere ugualmente fino a quando un fatto davvero grosso e importante non le fa cambiare idea.
Un romanzo profondo che sa stravolgere la mente del lettore.
Inizialmente troviamo Evie adulta che sta cercando un nuovo lavoro mentre è ospite nella seconda casa di un amico che al momento è disabitata, quando una sera arriva inaspettatamente il figlio del padrone di casa e lei inizia a ricordare la sua giovinezza. Passiamo così nella narrazione ambientata nel 1969.
La narrazione del passato è molto ben strutturata, le descrizioni sono minuziose sia per quanto riguarda i paesaggi, ma specialmente per quanto riguarda i pensieri e i sentimenti di Evie, trasmettendo perfettamente il senso di vuoto, malinconia e desolazione che lei prova della sua vita, ma anche tutte le sensazioni contradditorie relative alla sua permanenza al Ranch. All’inizio infatti Evie si sente libera, si sente capita e specialmente si sente attratta da Suzanne, un’attrazione che all’inizio crede sia solo spirituale, ma che piano piano sente crescere sempre di più fino a quando inizia a divorarla, e toccherà il suo culmine quando si ritroveranno a casa di Mitch.
Molto forti anche le descrizioni relative ai comportamenti osceni dei personaggi, infatti nel gruppo di Russell, come in tutti i gruppi del genere, si dà molto peso al sesso, usandolo per tutto, mascherandolo come una cosa senza importanza, relegandolo a un semplice impulso fisico, un’esigenza organica da soddisfare e smaltire come può essere la fame o la sete.
Le ragazze è un romanzo non adatto a tutti, molto profondo e struggente. Un romanzo che sa debilitare mentalmente se preso nel modo sbagliato, ma che sa spiegare molto a fondo come certe realtà purtroppo funzionino e come certe persone siano più facilmente attirabili. Un capolavoro introspettivo che sa davvero far pensare. un lavoro straordinario se si pensa alla giovinezza dell’autrice.
Micol Borzatta