Resident Evil. Welcome to Raccoon City è l’ultimissimo adattamento cinematografico della famossisima saga videoludica Resident Evil. In particolare modo Johannes Roberts trasporta gli eventi dei primi due giochi della saga.
La storia si apre dentro all’orfanotrofio di Raccoon City, dove vediamo un Chris e una Claire Redfield piccoli, sotto le cure di William Birkin, che gestisce l’orfanotrofio proprietà della Umbrella Corporation.
Sì lo so, già da questi primi secondi di film si possono vedere troppe cose che non vanno, ma poi ci arriviamo e le elencherò più o meno tutte.
Una notte, Claire si sveglia e fa amicizia con Lisa Trevor, una bambina vestita di stracci, con le mani incatenate in un cappio di legno e una maschera da bambola che le copre metà viso, e che non si fa vedere da nessuno se non da Claire, facendo così in modo che nessuno crede alla bambina, nemmeno il fratello.
Salto temporale e ci troviamo nel 1998, per la precisione il 30 settembre, Claire arriva a Raccoon City per cercare il fratello Chris, che lo trova a casa visto che non si sono mai persi davvero di vista, mentre Leon Kennedy si trova insieme ad Albert Wesker, Jill Valentine, Brad Vickers e Chris Redfield, che nel frattempo ha lasciato Claire a casa e si è diretto alla stazione di polizia dove lavora, in riunione, dove il capitano Brian Irons comunica la sparizione di due agenti che erano andati a indagare su un cadavere trovato a Villa Spencer.
In contemporanea gli altoparlanti disposti per la città, che era già stata evacuata una volta dalla Umbrella Corporation, trasmettono un nuovo messaggio di stato di allerta che porta gli ultimi cittadini rimasti a scappare, ma le strade sono tutte chiuse da posti di blocco.
Da qui inizia una corsa contro il tempo e gli zombie per scappare dalla città.
Allora incominciamo con le cose che non vanno.
Innanzitutto la scelta degli attori per i vari personaggi, che se in casi come quello di Claire possono andare abbastanza bene, bastava semplicemente farle la coda di cavallo, caratteristica fissa di Claire, per altri sono completamente sbagliate.
Leon Kennedy, che vedete nell’immagine qui sopra, assomiglia di più a Carlos di Resident Evil 4, non a Leon Kennedy, Jill Valentine, ricciolina maschiaccio, se non l’avessero chiamata con il suo nome non avrei mai capito fosse lei.
Lisa Trevor è una bambina immortale, e una delle nemesi del gioco, che non sa più parlare e il suo unico pensiero è ritrovare la madre, che è morta decenni prima ma che lei non sa, e che indossa i volti strappati dalle sue vittime, qui invece è una bambina con una maschera da bambola su metà viso, che parla, anche se male, e che è amica di Claire… inaudito.
Perfino Albert Wesker, che è un’altra nemesi, con i suoi occhiali da sole fissi sul viso, non li toglie praticamente mai, qui è senza occhiali e soprattutto è buono… un pochino cinico ma fondamentalmente buono.
Per non parlare della storia di base.
Innanzitutto Claire e Chris non sono mai stati in orfanotrofio, anzi Chris è diventato poliziotto proprio per evitare una simile sorte alla sorella, e hanno una differenza di età molto più elevata di quella del film.
Non c’è mai stato un orfanotrofio a Raccoon City, la famiglia Birkin erano entrambi scienziati della Umbrella, nel film la moglie non sapeva nulla ed è una semplice casalinga, e vengono incontrati solamente nel laboratorio dove William è già trasformato dal virus e Sherry gira da sola per i corridoi, dove viene salvata da Claire.
Claire e Chris e non si incontrano nei due giochi presi in considerazione, e Leon quando arriva alla centrale di polizia per il suo primo giorno di lavoro, la trova deserta e con l’attacco degli zombie già molto avanzato.
Anche la parte del giornalista nelle celle della prigione è sbagliata. Nel film il giornalista chiede di essere tirato fuori e viene ucciso da uno zombie, in realtà il giornalista non vuole uscire dalla cella, ritenendola l’unico posto sicuro, e viene ucciso da un Tirant, mentre Ada Wong è lì davanti e incontra Leon. Nel film Ada Wong non esiste nemmeno.
Insomma la storia è anche scorrevole, piena di azione e avvincente, se solo si fosse intitolato diversamente e i personaggi avessero avuto altri nomi, come film di Resident Evil è inguardabile, hanno stravolto qualsiasi evento, personaggi, e gli attori scelti per interpretare i vari personaggi non c’entrano nulla.
La colonna sonora è bella, ma alla fine è quella dei videogiochi, mentre i costumi e gli effetti speciali lasciano anche quelli un po’ a desiderare, specialmente per quanto riguarda Lisa Trevor, come spiegato sopra.
Uno stravolgimento gratuito in cui, se non bastassero tutti i difetti sopra citati, ha anche unito due storie, quella di Jill Valentine e di Chris Redfield e quella di Claire Redfield e Leon Kennedy, che in realtà si svolgono a quasi un anno di distanza e non contemporaneamente.
Un film che può essere guardato una volta senza troppa attenzione se proprio uno vuole dire di aver completato tutto quello che c’è relativo a Resident Evil, ma che altrimenti non vale pena per nulla.
Micol Borzatta
Visto al cinema