Dopo mille avventure Tommy e Gerico tornano nella loro casa e possono riabbracciare la madre che, provata dal dolore della loro perdita, è smunta e invecchiata.
Nel mentre, grazie all’aiuto di Momus, Astrid riesce a rimettere le mani su Miriam, cerca di convincerla ad andare con lei, facendole ricordare la sua infanzia, ma proprio grazie a questa mossa, Miriam, si rende conto che la sua memoria va indietro solo di qualche anno, il resto dei ricordi sono racconti che Astrid le ha riferito facendole vedere delle foto, ancor prima che quell’avventura iniziasse.
Frida si unisce a Drogo, e Vanni, e al maestro Kebran, un Crepuscolare, per cercare Astrid e sconfiggerla. Per fare ciò si recano all’Altopiano.
Durante la sua avventura Frida scopre che Erlon è il suo genius, come Klam lo era per Asteras, e che il suo potere, la sua Volontà, è quella dei Primi Sorveglianti.
Insieme ai nostri compagni di viaggio abbiamo scoperto cosa sia veramente Amalantrah, la Terra del non ritorno, e capiamo cosa siano in realtà gli Affiorati.
E ora incomincia l’ultima parte del viaggio.
Astrid è riuscita a sconfinare nel nostro mondo con la sua armata del Male, distruggendo entrambi i mondi con Tempeste e Cataclismi che portano la morte.
Le nuove scoperte relative ai loro poteri, portano Miriam e Frida a essere destinate a combattere in prima linea, ma prima devono imparare a padroneggiarli, ma il tempo scorre veloce, la distruzione avanza.
Per loro fortuna hanno al loro fianco alleati millenari che si credeva essere spariti.
Hundo, l’Ombra che divora, non si accontenta più degli animali, vuole divorare le anime dei bambini per riuscire a diventare sempre più forte e prendere il dominio dei due mondi e donarlo al grande Shulu.
Ed è così che si dirige verso Valdrada.
La grande battaglia tra Ombra e Luce ha inizio.
Il romanzo inizia con un flash back in cui Margherita sta narrando una storia a una Frida decenne che sta per mettersi a dormire. Il tono della narrazione ci dà l’impressione di sentire anche noi la voce di Margherita trascinandoci immediatamente dentro alla storia e dentro al libro, riportandoci in quel mondo magico che avevamo lasciato alla fine del secondo volume.
Lo stile narrativo di Castagna, infatti, fa sì che a noi lettori arrivi perfettamente l’atmosfera delle situazioni, coinvolgendoci e trasportandoci fisicamente dentro al romanzo, al punto che quando Margherita e Guido litigavano, vorremmo nasconderci insieme a Frida, curiosi di assistere alla litigata, ma intimoriti di essere scoperti a partecipare a una discussione tra adulti.
Anche in questo terzo volume i temi fondamentali trattati son il lutto, l’amicizia e la famiglia. Temi molto importanti che hanno guidato la storia e i personaggi per tutta la trilogia e che sono trattati in modo molto approfondito.
Anche il rapporto con gli animali è molto ben trattato. Vengono molto valorizzati, trasmettendo il messaggio che sono esseri viventi con sentimenti puri e che vanno rispettati. Il legame che si crea fra loro e i personaggi è molto ben descritto e gli viene data la giusta importanza, cosa molto rara nei romanzi, in cui di solito hanno un ruolo di comparsa o marginale.
I personaggi fanno un’ulteriore crescita che li porta a compiere azioni molto più ragionate e non pensano più alle bambinate commesse nel primo volume.
Essendo tutti divisi, la narrazione è molto spezzettata, saltando da un personaggio all’altro, ma non ci troviamo a fare confusione perché ognuno di loro è stato talmente ben caratterizzato in tutti i volumi che oramai possiamo riconoscerli dal solo parlare o modo di pensare.
Il ritmo è sempre molto cadenzato, come eravamo già abituati, e accompagna perfettamente l’andamento della storia.
Un terzo volume davvero pieno che completa alla perfezione la trilogia, rispondendo a tutte le domande e dandoci modo di salutare i nostri amici, anche se ci porteremo dentro un senso di malinconia e di vuoto, una volta girata l’ultima pagina.
Micol Borzatta