Lucinda, chiamata da tutti Luce, è una ragazza di diciassette anni che fin dalla sua nascita ha sempre avuto una differenza da tutti gli altri: lei vede delle ombre che la seguono ovunque e si divertono a farle accadere le cose più terribili.
Proprio a causa di queste ombre, una sera mentre è insieme a un ragazzo che le piace Trevor, scoppia un incendio che provoca la morte di lui.
Non potendo spiegare alla polizia la presenza delle ombre, Luce viene incolpata dell’accaduto e mandata prima da alcuni psichiatri e poi a Sword & Cross, una scuola correzionale.
Qui Luce incontra Daniel e Cam, tanto introverso e misterioso lui, quanto dolce e aperto l’altro. Luce sentirà il suo cuore appartenere immediatamente a Daniel, ma la continua presenza di Cam e il suo corteggiamento la porteranno a vivere in bilico fra i due.
Nel frattempo, con l’amica Penn, Luce cerca di indagare il più possibile su Daniel per capire quale grande segreto stia nascondendo il ragazzo.
Un romanzo molto particolare, che utilizza l’argomento angeli in modo del tutto nuovo e innovativo.
Descrizioni fantastiche sia dei luoghi che dei personaggi fanno sì che il lettore riesca a immergersi completamente nell’atmosfera molto gotica e lugubre della scuola, e possa appassionarsi e creare legami con i protagonisti.
Lo stile narrativo è molto veloce e leggero, portando così il romanzo alla portata di qualsiasi target, da quello più giovane a quello più adulto che ancora ha voglia di sognare e appassionarsi a storie fuori dal mondo quotidiano.
La trama, invece, non è delle migliori, e questo è davvero un peccato. Se nel complesso il romanzo è magnifico, bisogna riscontrare che il suo vero splendore lo acquisisce dalle ultime 250 pagine circa, prima è lento, monotono, un continuo rincorrersi tra Luce e Daniel che dopo un po’ viene a noia perché ripetitivo. Per carità le sensazioni che dovevano essere trasmesse al lettore era proprio di ripetitività degli eventi, perché il rapporto tra Luce e Daniel si basa tutto su quello, ma la realizzazione che ne è uscita è monotona e porta il lettore a rinunciare il proseguo della lettura. Rinuncia che effettivamente sarebbe un tremendo errore, perché arrivati a 250 pagine dalla fine il romanzo si riprende, diventa avvincente, frenetico e finisce con un cliffhanger mozzafiato che lascia solo la voglia di prendere in mano il secondo volume della pentalogia e continuare a vivere le avventure dei protagonisti per capire più a fondo cosa gli aspetta e quale mistero hanno alle loro spalle.
Un romanzo davvero particolare e tutto sommato entusiasmante, che dà inizio a una saga che promette colpi di scena continui e misteri interessanti.
Micol Borzatta