
The town of light è un videogioco thriller psicologico sviluppato e pubblicato nel 2016 dallo studio LKA di Luca Dalcò, lo stesso che quest’anno ha sviluppato e pubblicato Martha is dead.
Nel 2017 è stata rilasciata una nuova versione con migliorie e aggiunte.

Come per Martha is dead, anche questa volta il videogioco racconta una storia vera, con ambientazioni reali ricostruite alla perfezione dopo che lo studio ha eseguito vari sopralluoghi per studiarne ogni dettaglio.

La storia si svolge nel 2016 nell’ex manicomio di Volterra, luogo in cui la protagonista, Renée T., torna per scoprire la verità celata in quel luogo. Luogo in cui da ragazza ha passato molto tempo e di cui ha ricordi confusi.

Esplorando i corridoi ormai diroccati, decadente e dismessi dell’edificio, ripercorriamo la vita di Renée, e di altre pazienti, attraverso documenti, lettere, cartelle cliniche e flash back.

Attraverso i ricordi della protagonista, vengono riportate alla luce le terribili e atroci condizioni in cui i pazienti di queste strutture erano costretti a subire e sopportare, e se provavano a ribellarsi o a farsi sentire, venivano lobotomizzati e resi vegetali.
Il titolo del gioco, The town of light, ovvero il paese della luce, è il nome che era stato dato all’istituto di Volterra da una paziente schizofrenica che ci ha soggiornato.
Gli esterni ruotano intorno i padiglioni Ferri, Charcot e Maragliano, ricostruiti, come dicevo all’inizio, con cura maniacale rendendoli fedeli alla realtà. Gli interni invece sono ricostruzioni fedeli con alcune aggiunte dovute alle esigenze narrative.
Un gioco che mi ha colpito nel profondo, anche di più di Martha is dead, e in cui troviamo anche molti riferimenti relativi a Irene, la madre di Marta e Giulia, e alle due bambine, facendoci capire come i due giochi sono indirettamente collegati fra di loro.
Consigliatissimo da vedere e giocare, ma solo se non siete troppo sensibili.
Micol Borzatta