TRAMA
Un thriller al cardiopalma ambientato nelle aspre Highlands scozzesi. Un esordio brillante e avvincente nella migliore tradizione del giallo, da Daphne du Maurier a Tana French, da Stephen King a Lucy Foley.
Per Remie Yorke questo è l'ultimo turno al Mackinnon Hotel prima della chiusura invernale. L'indomani potrà finalmente lasciare la Scozia e godersi il tepore di Santiago del Cile. Sempre che la tempesta di neve non blocchi ogni collegamento col mondo esterno...
Mentre le temperature precipitano e le linee telefoniche si interrompono, un uomo ferito chiede rifugio. Si tratta dell'agente Don Gaines, rimasto coinvolto in un terribile incidente. L'unico altro sopravvissuto? Il detenuto che la sua squadra stava trasportando. Bisogna isolare l'hotel, controllare ogni via di uscita e mettere in sicurezza gli unici due ospiti dell'albergo. Remie non capisce esattamente cosa stia succedendo, nonostante ciò l'unica cosa che può fare è mettersi a disposizione di quell'uomo; in fin dei conti è un poliziotto. Ma poco dopo arriva un secondo sconosciuto: anche lui è ferito e anche lui dichiara di essere Don Gaines. Stessa uniforme, stesso nome, stesso tesserino. Qualcuno sta mentendo e Remie, senza alcuna via di fuga, dovrà scoprire chi dei due sta dicendo la verità prima che sia troppo tardi. Perché se non la ucciderà il freddo, lo farà uno di loro...
RECENSIONE
Ci troviamo subito con Remie che ci sta descrivendo il viaggio che deve compiere l’indomani, un viaggio definitivo, infatti questa è l’ultima notte di lavoro per lei.
Remie lavora al Mackinnon Hotel, in Scozia, posto di lavoro che ha accettato per poter stare vicino al fratello, detenuto nel penitenziario sito a pochi chilometri dall’hotel.
Ora che il fratello è morto, a causa di una rissa in carcere cinque anni prima, e lei è riuscita a mettere da parte un po ‘di soldi, si trasferisce a Santiago del Cile, o per lo meno questi sono i suoi piani appena finisce il suo ultimo turno di lavoro.
In hotel ci sono solo lei e due clienti che faranno il check out la mattina dopo, quando l’hotel chiuderà per lavori di ristrutturazione, approfittando della bassa stagione e del maltempo portato dalla bufera di neve Ezra.
Poco dopo il calar del sole, Remi e vede le luci di un convoglio, formato da tre veicoli, partire dal carcere.
Non passa molto tempo che sente suonare il citofono all’ingresso e si presenta un poliziotto.
Dice di chiamarsi Gaines, fa parte del convoglio che era partito dalla prigione, è ferito a causa di un incidente avvenuto al convoglio e ha bisogno di aiuto.
Remie decide di farlo entrare e di aiutarlo, venendo così a sapere che stavano trasferendo un pericoloso detenuto che ora, grazie all’incidente è libero.
Poco dopo suona nuovamente il citofono e un’altro poliziotto si presenta.
Remie lo fa entrare per prestargli soccorso, essendo anche lui ferito, e lui le dice dice la stessa storia del primo poliziotto, presentandosi con lo stesso nome.
Remie deve riuscire a capire chi sta mentendo se vuole arrivare viva al mattino successivo.
Sulla carta la trama del romanzo era molto interessante e coinvolgente, sapeva davvero attirare, purtroppo il romanzo non ha saputo essere all’altezza.
Tralasciando che a poco più di un quarto il lettore capisce già chi è il bugiardo, e gli viene confermato a metà romanzo, chiudendo così ogni interesse di proseguire, è tutto troppo piatto.
Le descrizioni sono bidimensionali, i personaggi poco caratterizzati e, soprattutto, il ritmo narrativo è troppo lento.
L’autore non riesce a coinvolgere il lettore, a dargli quella sensazione di corsa contro il tempo per salvarsi la vita, quell’ansia di essere in pericolo di morte, di poter non vedere l’alba del giorno dopo, è tutto sterile, distaccato.
Una lettura che avevo iniziato con grande curiosità, preparandomi a una sensazione claustrofobica e che invece mi ha deluso tantissimo.
Micol Borzatta