RECENSIONE – Blackwater. La piena – Michael McDowell – Beat 2023

TRAMA

Le acque nere e minacciose del fiume sommergono la cittadina di Perdido, Alabama. Come gli altri abitanti, i ricchissimi Caskey, proprietari di boschi e segherie, devono fronteggiare il disastro provocato dalla furia degli elementi. Ma il clan, capeggiato dalla potente matriarca Mary-Love e dal figlio devoto Oscar, dovrà anche fare i conti con un’apparizione sconvolgente. Dalle viscere della città sommersa compare Elinor, donna dai capelli di rame con un passato misterioso e un oscuro disegno: insinuarsi nel cuore dei Caskey.

RECENSIONE

Alabama 1919

Perdido è un paesino situato sugli argini dei fiumi Perdido, da cui prende il nome, e Blackwater, che si congiunge con il Perdido. Il primo è un fiume argilloso, dalle acque rosse e terrose, mentre il secondo ha acque nere scure come la notte.

La storia inizia subito dopo una grandissima piena che ha allagato tutto il paese di Perdido, distruggendo e sommergendo tutto quello che incontra.

Mentre fanno un giro d’ispezione sulla loro barca, il giovane Oscar Caskey, figlio della più illustre famiglia di Perdido, e il suo domestico Bray, trovano una ragazza bloccata in una delle stanze dell’albergo del paese, si tratta di Elinor Dammert.

Oscar e Bray la portano in salvo, senza sapere che questo cambierà per sempre la loro vita, la loro famiglia, e tutta Perdido.

Appena portata in salvo, Elinor viene accolta benissimo da tutti, tranne che da Mary-Love Caskey, madre di Oscar e matriarca della famiglia, che subito sospetta che la donna voglia portarle via il figlio e il potere.

In effetti Mary-Love non ha tutti i torti, infatti Elinor fa subito breccia nel cuore di Oscar, nella nipotina Grace, nel cognato James, e nel cuore di tutti gli abitanti di Perdido, che sono felicissimi quando viene annunciato il matrimonio tra lei e Oscar, nonostante Mary-Love tenti in tutti i modi di impedirlo.

Primo volume di una serie di sei, tutti pubblicati a 15 giorni uno dall’altro, viene pubblicizzata come saga horror, ma a mio avviso di horror non ha proprio nulla, nonostante i protagonisti siano umani e mostri del fiume trasformati in esseri umani.

Una saga familiare vera e propria con un ritmo velocissimo che permette la lettura in una giornata.

I personaggi sono molto caratterizzati, pieni di sfumature, che fanno dei percorsi di crescita durante la narrazione molto realistici.

La struttura della società narrata è una società matriarcale, come viene fatto dire da Oscar stesso, che è il punto di vista del primo volume, nonostante sia narrato in terza persona.

Era profondamente sollevato che fossero le donne a gestire quella situazione tanto complessa – in qualche modo loro ci riuscivano sempre – però avrebbe desiderato che fossero un po’ più chiare riguardo la parte scritta per lui nel copione di quel piccolo dramma.

Un perfetto inizio di serie che ti porta a prendere subito il secondo volume e continuare la lettura, per non abbandonare Elinor e i Caskey.

Micol Borzatta

Copia di proprietà

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