RECENSIONE – Blackwater. Pioggia – Michael McDowell – Beat 2023

TRAMA

Il terrore esce dalla tomba, le forze infernali convergono in un'apoteosi dell'orrore.

1958. Gli anni passano, tra ricevimenti fastosi, unioni insolite e rivelazioni travolgenti, ma non portano quiete per i membri della famiglia Caskey. Dopo l’età dell’oro, ritornano giorni foschi. Qualcosa di terribile incombe su Perdido, i suoi abitanti e i suoi fiumi. Il tempo delle profezie è ormai giunto.

RECENSIONE

Alabama, Perdido 1958

Sister sta facendo ammattire tutti. L’infermità temporanea, che usava per non tornare con il marito, le è sfuggita di mano, e ora è davvero inferma e atrofizzata per sua volontà, cosa che Miriam non riesce ad accettare.

Spinta dalle continue domande della famiglia, Miriam decide di sposarsi, e come marito sceglie Malcolm, con il quale già collabora lavorativamente e va abbastanza d’accordo, potendolo comandare in ogni aspetto della vita.

Sister, che non accetta il matrimonio si lascia morire proprio durante il ricevimento, causando un gran dolore a Oscar e a Queenie, che ora si sente inutile e sola, Tommy Lee, che si era trasferito da lei, è andato al college, obbligato dalla cugina Lilah, che a sua volta, dopo aver abbandonato la cassa di Elinor ed essersi trasferita da Miriam, crescendo come una bambina viziata e arrogante, si è trasferita a New York per frequentare l’università, e come Miriam ai suoi tempi, non ha detto a nessuno i suoi piani, fino all’ultimo secondo, come per qualsiasi futura scelta della sua vita.

Rimasta sola nuovamente Queenie riceve visite dei fantasmi del passato che le provocano la morte, stessa cosa accade a Oscar, ormai diventato vecchio e cieco, mentre Elinor è in ospedale a vegliare su Lucille, gravemente ammalata.

Rimasta sola con Billy e Zeddie, di notte Elinor riceve le visite di Frances e Nerita, che vogliono convincerla a tornare al fiume con loro, ma lei ha fatto la sua scelta nel lontano 1919, quando durante la piena ha visto Oscar Caskey, lasciare la sua casa e la sua immortalità per vivere con quell’uomo che le aveva rubato il cuore, e anche ora che è vedova vuole mantenere la sua promessa e la sua scelta di cui non si è mai pentita, fino al momento della sua morte.

Ultimo capitolo della serie, chiudiamo il cerchio, si è iniziato con una piena e finiamo con una piena, come profetizzato da Elinor proprio nel secondo volume.

“Ma quando sarò morta, Zaddie… Con o senza la diga, l’acqua cancellerà questa città e tutti i suoi abitanti dalla faccia della Terra”

Il ritmo di questo capitolo è molto più lento anche del penultimo, ma rispecchia perfettamente la fine, il ritmo della vecchiaia, il decadimento e il cambiamento generazionale. E nonostante questo lo si legge sempre in una giornata.

Abbiamo vissuto cinquant’anni della famiglia Caskey, conosciuto quattro generazioni, imparato ad amare le loro caratteristiche particolari, le loro nevrosi, commentato le loro faide, e spesso tifato per una o l’altra parte, accettato come normale il loro scambiarsi figli come se fossero, esteriormente, delle merci di scambio, seguito i fantasmi e accolto nel più assoluto silenzio gli omicidi, abbiamo condiviso vite, emozioni, paure e conquiste, abbiamo visto la famiglia crescere e diventare grandissima, per poi uno alla volta sparire seguendo il corso del tempo, fino a rimanere in pochissimi, si contano sulle dita di una mano, lasciandoci vuoti a piangere tutte le nostre lacrime.

Una narrazione che riesce a racchiudere saga familiare, horror, gotico e vita reale senza mai esagerare, ammaliando e arrivando a qualsiasi lettore, da quello più forte a quello più sensibile.

Da parte mia avrei letto mille altri volumi, avrei seguito le vite di Lilah, Tommy Lee, Grace e Lucille, Billy e Zeddie, senza dimenticare Frances e Nerita nel fiume Perdido, curiosa di vedere come avrebbero mutato gli eventi, come avrebbero trasformato le loro vite, come avrebbero affrontato i cambiamenti delle epoche, fino ai giorni nostri.

È stato doloroso salutare tutti, e questo proprio perché ho amato questa saga come nessun’altra.

Micol Borzatta

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